OVERSTEERING EP.1 : Il ruggito del leone [pt.1]

1984. Dallas.
E’ un’ epoca d’oro per la formula 1.

Macchine turbo da oltre 1000 cavalli, donne bellissime in griglia e spettatori stipati ovunque, anche sui guard rail, a pochi metri dai loro idoli. Gesti impensabili al giorno d’oggi, ma essenziali per annusare l’odore di benzina e gomme bruciate e sentire il rombo assordante delle bestie leggendarie guidate dai loro idoli.
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I piloti non sono atleti professionali. La loro figura si avvicina più a quella dei gladiatori.
Scendono in campo in sella a dei veri e propri mostri pronti ad ucciderli, lavoro per pochi, ma nonostante ciò a pochi minuti dalla partenza, la calma regna sovrana.
Alcuni azzardano anche una sigaretta, ne fumano mezza, poi gettano il mozzicone.
Il filtro e il poco tabacco rimanenti rimbalzano sull’asfalto rovente e il tizzone si spegne…è il momento.

Ingegneri e meccanici si fanno da parte premendosi lungo i muri ai lati e scoprono alla vista le 26 vetture del lotto.
In prima fila ci sono le due Lotus John player Special.

Il secondo è Elio De Angelis, il primo, Nigel Mansell.

L’inglese è alla sua prima pole dopo 4 anni di F1. Clark_1966_Italy_01_BC
I ricordi riaffiorano nella sua memoria pensando a quando, per la prima volta, vide Clark a cavallo della leggendaria Lotus 25. Un dinosauro. Ben lontana dall’auto su cui si trova ora. Eppure Clark riusciva a danzare con spaventosa leggerezza tra un cordolo e l’altro.

Deciso.

Da quel momento in poi avrebbe fatto di tutto entrare a far parte di quell’élite di persone capaci di cose straordinarie.
Ce l’aveva fatta. E oggi a Dallas era addirittura davanti a tutti.
Improvvisamente il clamore della folla riporta Nigel al presente.
I semafori si sono spenti.

Inizia il giro di ricognizione.

Dallas nell’84 è un vero e proprio inferno. La temperatura dell’asfalto negli ultimi giorni ha raggiunto i 60 gradi portando il manto a sgretolarsi come polvere. La gara si preannuncia intensa, tanto che la commissione ha deciso di accorciare di dieci giri la durata del gran premio, al fisico di tutti i piloti è chiesto uno sforzo estremo.
Come se non bastasse, questo circuito cittadino è già tristemente noto per la sua enorme difficoltà.
I muretti in cemento lasciano poco spazio all’errore, come una Monaco, ma ad una media oraria molto maggiore. Tutti temono Dallas, anche i migliori, come Lauda che 3 giorni prima veniva multato per eccesso di velocità in strada urbana. Stava provando a prendere l’abitudine con quei muretti insidiosi a bordo di un’utilitaria, prima che iniziasse il weekend e isolassero la parte di strada che componeva il circuito.
Il risultato fu un eccesso di velocità.

Andava a 70 km/h, su limite di 30….ora bisognava ripercorrere la stessa strada con una Formula 1.

Non il weekend migliore per portare a casa una vittoria pensa Mansell, ma a lui quel primo posto serve più dell’ossigeno.
Colin Chapman, il patron della Lotus che tanto lo aveva voluto con se era morto, da allora nessuno era più riuscito a portare in vetta ad un gran premio una delle sue vetture.Peter-Warr-006Al suo posto ora sedeva Peter Warr, proprio il tecnico inglese che tanto odiava Mansell per il rapporto che lui mai era riuscito ad ottenere con Chapman.
Warr ama ripetere in giro che “Mansell non vincerà mai una gara in Lotus finchè avrò un buco nel di dietro” e già preme su John Player Special per appiedare il pilota britannico.
Mansell non riesce a smettere di pensarci.
Ha ancora tanto da dimostrare : a se stesso, a Colin, persino a De angelis, che in questo momento in classifica generale lo sta distruggendo.

Non può più attendere, se deve essere Dallas, allora Dallas sarà.

Le luci rosse si avvicinano, Nigel ferma la macchina sulla sua piazzola.
Quando lo avranno fatto anche tutti gli altri, non si potrà più rimandare.
La tensione è altissima, il peso sulle spalle del pilota britannico più gravoso che mai.
Sotto un caldo torrido, quello che deforma qualsiasi immagine in fronte ai tuoi occhi, il semaforo si spegne.

Si comincia.

Mansell chiede tutto subito alla sua Lotus.
Se arriva a chiudere per primo la prima tornata avrà concluso la prima parte del compito.da1
Così accade, e con De Angelis a completare la doppietta nero-oro, le Lotus sono seguite a ruota da Warwick, Prost, Rosberg e Lauda.
Warwick dal terzo posto passa subito all’azione e dopo alcuni timidi tentativi di difesa di De Angelis, conquista la piazza d’argento.
Mansell intanto ha preso un po’di vantaggio, ma sa già che non durerà, infatti Warwick, sulla Renault, ci mette poco ad arrivargli alle costole.
Ma oggi Nigel è un muro.
Il pilota Renault ci prova e ci riprova, ma la Lotus chiude tutte le porte, ritarda le staccate, procede a zig-zag sui dritti, un casino.
All’ennesima chicane però il sorpasso sembra inevitabile.
La Renault imposta bene l’uscita e in trazione affianca la Lotus di Mansell.

Le ruote di Warwick sono davanti, è primo.

Mansell però ha ancora la traiettoria interna, se il suo avversario vuole avere la meglio deve ritardare la frenata e inserirsi ad una velocità più alta.
Ci prova.In men che non si dica, sotto gli occhi increduli di Mansell, la gialla francese perde il retrotreno in inserimento e finisce contro le barriere.I muri di Dallas hanno vinto ancora.

Mansell sospira, ma per poco.

Le gomme hanno accusato parecchio gli ultimi 5 giri, inoltre la battaglia con la Renault lo ha distratto parecchio, tanto da non rendersi conto che da un paio di giri la quinta fatica ad entrare.
Mansell rallenta il ritmo per far respirare gli pneumatici, ma Dallas oggi non lo vuole mollare.
Dopo pochi minuti i suoi occhi si voltano verso lo specchietto retrovisore.
Tra le infinite vibrazioni di quello specchio può chiaramente vedere una sagoma nera marcarlo da vicino.

E’ tornato De Angelis.

L’italiano si è tirato dietro anche Keke Rosberg e non appena chiude il gap dal compagno di squadra rompe immediatamente gli indugi.
Mansell però ha in testa solo la vittoria, lo campagne dal gradino più alto, da dedicare a Chapman.
Non lascerà quella posizione a nessun pilota al mondo. Figuriamoci al suo compagno di squadra.
La lotta tra le 2 Lotus sembra poter durare per sempre.
Incroci, scie, staccate e sovrasterzi la fanno da padroni con Rosberg spettatore privilegiato.
Mansell, come se non bastasse, continua a combattere con il cambio : in certi momenti sembra che le marcie non vogliano saperne di entrare, spinge e tira la leva impiegando sempre più forza.

Potesse usare entrambe le mani dimenticandosi del volante, non ci penserebbe due volte.

I tre di testa si trovano nuovamente ad imboccare il rettilineo che porta alla chicane che poco prima aveva beffato Warwick.
Il copione si ripete.
La trazione favorisce De Angelis e a metà del rettilineo Mansell è nella traiettoria interna, ma ancora una volta le sue ruote sono dietro.
Entrambi forzano la staccata al limite e la lucidità di De Angelis lo porta a non completare l’opera.
Con una traiettoria completamente scombinata riesce comunque ad imboccare la chicane, passando a pochi centimetri dalla Renault di Warwick.
E’ ancora li, senza vita, la misera barriera di gomma prima del muro completamente deformata attorno a lei.
De Angelis non fa nemmeno in tempo a raccapezzarsi che Rosberg rompe il ghiaccio.
L’impostazione della sua chicane è stata impeccabile
Non c’è nemmeno la suspance della staccata al limite.
A metà del rettilineo di raccordo Rosberg è già davanti.

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Per Nigel sembra non esserci spazio per il relax oggi.

Le gomme sono stremate e Rosberg vuole battere il ferro finchè è caldo cominciando subito ad affacciarsi ai suoi specchietti. Non può fare altro che iniziare subito anche la difesa su Keke.
Il pilota Williams pensa di poter inanellare anche la seconda, ma non si rende conto che oggi Mansell è in missione.
La lotta dura una quantità incalcolabile di giri, ogni curva è un tentativo, ma Mansell, nonostante il cambio, nonostante le gomme, ha imparato a girare a Dallas guardando solo gli specchietti.

De Angelis, anche lui vittima dell’usura in battaglia, riesce a non perdere contatto grazie ai continui incroci di traiettorie tra i due davanti. Proprio a Dallas, l’inferno di asfalto, comincia a pensare che potrebbe anche accontentarsi del podio e mantenere il suo secondo posto in classifica.
Ma nei suoi specchietti cominciano a comparire due sagome.
Sono bianche, con piccoli sprazzi di rosso.
Sono ancora distanti, ma si avvicinano ad una velocità inaudita.

Stanno arrivando le Mclaren.

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Fine prima parte

 

Vai direttamente alla seconda parte.

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