Si è fatta attendere molto, l'hanno pubblicizzata all'estremo, e finalmente è tra noi.
Un nome, Giulia, che ricorda un passato glorioso su strada e negli autodromi, un destino, quello del biscione, che dipende da ciò che accadrà da qui ai prossimi 3 anni, quando alla fine ad accompagnare la nuova berlina ci saranno altri 7 modelli.
E' entrata su palcoscenico dell'Expo accompagnata dalla voce di Bocelli sulle note di “Vincerò”, uno shock positivo, anche se per molti non esclusivo.
Qualcuno ad un giorno dalla presentazione si lascia scappare una foto inedita che la ritrae di posteriore, e dire che ci erano quasi riusciti con questo segreto...ma poco importa, nemmeno una cosa del genere può diminuire lo stupore nel vedere quel rosso Alfa, sfoggiato da quella che si presenta come erede di un carico storico immenso.
Una presentazione fin da subito prepotente, nel senso buono del termine, dimostrato anche dal fatto che quella sul palco è la Quadrifoglio, la top gamma, per vederne le suddite per i comuni mortali bisognerà attendere Francoforte, a Settembre.
E' quindi un'Alfa Romeo nuova, pronta a sfidare tutto e tutti, avversari reali o semplici preconcetti, pronta a far piazza pulita e tornare sulla scena, questa volta, per rimanerci.
O almeno questa è l'intenzione.
Ora basta con i preludi e passiamo al sodo, passiamo alla Giulia Quadrifoglio Verde.
Partiamo come sempre dal propulsore : Motore (maiuscola voluta) Ferrari 2.9 litri V6 Biturbo da 510 CV, assembato per ora in dieci prototipi pre-serie presso lo stabilimento di Cassino.
Cofano, tetto e albero in fibra di carbonio, alluminio per motore, freni e sospensioni, per un peso totale della vettura non superiore ai 1500 chili, in modo da fornire un rapporto peso/potenza di soli 2.99 KG/CV, e uno 0-100 di appena 3.9 secondi.
Già parlando delle prestazioni si resta quindi a bocca aperta, ma ciò che fa veramente capire la serietà del progetto è l'idea di base con cui è stata progettata questa creatura : la perfetta armonia tra la caratteristiche che hanno reso il Biscione famoso ai tempi che furono e le innovazioni che permettono a questa sportiva di essere proiettata con successo nel 21° secolo.
Dell'impiego di materiali superleggeri abbiamo già parlato, ma la Giulia comprende anche diversi tipi di materiali compositi, come quello usato per la traversa posteriore, unione di alluminio e materiale plastico, o il più classico, ma sempre perfetto, carboceramico, utilizzato ovviamente per l'impianto frenante.
Aggiungiamo inoltre un gestore di coppia per ogni singola ruota a garanzia di una trazione impeccabile, una pinna GPS tra tetto e lunotto ed un rinnovato DNA in cui il “A mode” diventa una modalità di Advanced Efficiency (risparmio energetico) per la prima volta presente in un Alfa, unito ad una quarta modalità detta Racing, ancora più sportiva del Dynamic, ancora più cattiva per meglio dire.
Veniamo ora al tocco di passato che ritorna nel nuovo, quei tre passi indietro che permettono a quest'auto di farne uno enorme in avanti.
Nella Giulia non è presente la trazione anteriore : solo l'intramontabile Q4 integrale e la storica trazione posteriore, che ritorna dopo quasi trent'anni dalla 75.
Ritornano quindi le classiche linee guida Alfa, una ripresa dei vecchi valori che ai più affezionati fa bagnare gli occhi.
La linea esterna ha fatto molto discutere, data una presunta poco originalità che però, ad esser sincero, mi sfugge, o frasi su una certa somiglianza con BMW di cui sinceramente mi stupisco, evidentemente ora che prestazioni e meccanica sono inappellabili in quanto a studio, ci si deve impuntare sull'estetica...
Ad ogni modo questa è una “review” e non certo un articolo polemico quindi rispolvero il caro vecchio “de gustibus” ed esprimo un parere personale, dato che sul lato estetico solo in questi termini si deve parlare, dicendo che trovo la Giulia un'ottima innovazione e continuazione delle linee del centro stile Alfa.
L'anteriore è molto aggressivo, con prese ad imboccare aria nella bestia che vive sotto il , e gli alettoni anteriori e posteriori, per incollare a terra il tutto, sono perfettamente inseriti nelle linee della macchina.
Ancora da vedersi in live invece gli interni, per ora visibili solo attraverso delle foto scattate attraverso finestrini, o con immagini computerizzate, ufficiali Alfa Romeo.
Queste immagini ci mostrano degli interni realizzati con la stessa cura di sempre, con cuciture rosso Alfa, un volante stile Alfa 90, spettacolo per gli occhi, con uno “start and stop” rosso, stile Ferrari, sempre in zona volante, sedili sportivi e cruscotto molto ben realizzato e semplice.
Aspetteremo l'apertura delle portiere, per ora più chiuse di quelle del Generale Lee, per avere un riscontro.
La Giulia è pronta.
Pronta ad aggredire l'asfalto, a passare osservata da tutti e prendersi una grande fetta di mercato con prezzi competitivi che partiranno a grandi linee dai 30 mila euro per le versioni base e dai 70 per la quadrifoglio.
L'Alfa punta alla rinascita, lo fa anche con un nuovo logo, fedele alle origini che, a quanto pare, piace molto.
Manca forse ancora una cosa su cui Alfa non ha ancora deciso di sbottonarsi : il riapprodo su pista con il reparto corse, nel superturismo, o magari chi lo sa nel DTM...proprio con questo nuovo fantastico manico, pronto a ricominciare da li dove hanno lasciato la 155 e la 156.
Insomma di questa nuova Italiana molto è già stato detto e molto il tempo ancora ci dirà, per ora godiamoci questa euforia generale, data da un'industria dell'automobilismo italiano, che ha deciso di non mollare.